A partire dal marzo del 2020, come per tantissime altre realtà italiane, anche la nostra azienda ha dovuto introdurre il lavoro da remoto emergenziale. Da un giorno all’altro gli uffici di Saidea, da anni luogo di lavoro, di condivisione e di stimoli tra tanti colleghi, si sono svuotati.

O meglio, si sono riempiti di silenzio, appesantito dalla presenza, su tutte le scrivanie, dei piccoli oggetti personali delle persone che compongono Saidea: gli strumenti, le fotografie, i libri. Certo, il lavoro è andato avanti, e il gruppo è rimasto coeso grazie alle riunioni in videochiamata e alle centinaia di telefonate tra colleghi. La mancanza del contatto umano e del confronto dal vivo, però, si è fatta indubbiamente sentire.

Uffici vuotiUffici vuoti

Con la fine del lockdown le cose sono in ogni caso andate migliorando: pian piano siamo potuti tornare a lavorare in sede, seppur in modo scaglionato, per non avere mai più di una persona in ogni singolo ufficio. Meno contatti, meno contagi, è un adagio che tutti conosciamo fin troppo bene. Ed è così che il lavoro in Saidea è proceduto nei mesi, con gli spazi della nostra sede in via Kufstein che hanno ripreso almeno un po’ della vitalità di un tempo, adottando un modello di lavoro ibrido, un po’ in presenza, un po’ da remoto.

Di sicuro abbiamo imparato ad apprezzare i vantaggi dello smart working, una modalità di lavoro che, se messa in campo con la dovuta organizzazione e con i migliori strumenti, può effettivamente portare benefici concreti sia sul lato della produttività che su quello dell’equilibrio tra la sfera professionale e quella personale.

Ci sono però anche degli svantaggi, soprattutto nel momento in cui il lavoro da remoto, per motivi legati all’emergenza sanitaria, deve essere rigidamente organizzato. Perché sì, effettivamente tutti noi siamo potuti tornare a lavorare nei nostri uffici, seguendo una turnistica ben definita. Ma per mesi colleghi che erano abituati a lavorare fianco a fianco – o sedia a sedia – tutti i giorni, semplicemente, non hanno mai potuto condividere l’ufficio: se c’era uno non ci poteva essere altro.

Computer portatile spento sul tavolo del salotto con una tazza di tè al fianco e televisione spenta sullo sfondo

La saggezza popolare ci dice che le relazioni a distanza sono difficili. Ebbene, dopo mesi contrassegnati da un intransigente calendario sull’utilizzo parziale degli uffici, molti dei nostri colleghi erano senz’altro pronti a proporre questa descrizione anche per i rapporti a distanza sul piano lavorativo. É bello poter lavorare da casa, è entusiasmante poter collaborare attraverso i più innovativi strumenti digitali di condivisione, ma di tanto in tanto c’è il bisogno di ritrovarsi, di vedersi dal vivo, di incrociarsi davanti alla macchina del caffè.

Riunione Teams Alberto Maria Baggio

Questo è vero per tutte le organizzazioni, per tutte le aziende, e lo è doppiamente qui in Saidea, dove abbiamo sempre dato una grande importanza al gruppo, alla crescita comune e al supporto reciproco. E dove, ci piace sottolinearlo, ci prendiamo ancora oggi il lusso di lavorare divertendoci, avendo la preziosa possibilità di avere a che fare ogni giorno con la nostra passione, ovvero con l’informatica.

Quindi sì, avevamo bisogno di incontrarci tutti insieme, senza calendari, senza turni da rispettare e finalmente senza programmi per le videoconferenze (ma, ovviamente, con mascherine e distanziamenti).

La reunion

Esterno Baita Moronar di giorno, cielo azzurro e poco nuvoloso immersa nel verde. Tutto allestito per il meeting Saidea 2021: streetfood e pallonciniPalloncino blu con logo Saidea in evidenza, dietro un prato verde con i collaboratori di Saidea intenti a chiacchierare

Così, qualche mese fa, abbiamo organizzato un evento aziendale all’aria aperta, a baita Moronar, sopra all’abitato di Povo, grazie alla preziosa disponibilità – e alla collaborazione – della locale sezione degli Alpini. E qui, dopo un doveroso quanto breve momento di saluto istituzionale, abbiamo passato pomeriggio e sera tra giochi e tornei, con tanto di classifica finale e, non potevano mancare, di premi. A coronare il tutto una cena in compagnia, sempre all’aperto, a tema street food, con la golosa formula all you can eat.

Quello è stato senz’altro un giorno particolare. Tanti colleghi si sono rivisti dal vivo dopo mesi di lontananza, e altri ancora si sono incontrati per la prima volta proprio lì, nel verde che circonda baita Moronar: i colleghi assunti dopo la pandemia, infatti, non avevano ancora avuto la possibilità di conoscere l’intero gruppo di lavoro.

Nella notte palloncini con il marchio Saidea in primo piano, persone che bevono e mangiano e sullo sfondo un albero illuminato di viola.Nella notte palloncini con il marchio Saidea in primo piano, persone che bevono e mangiano e sullo sfondo un albero illuminato di viola.

Di certo il mondo attorno a noi, negli ultimi due anni, è cambiato in modo concreto. Ma quel giorno, tutti insieme, abbiamo avuto la conferma che il nostro gruppo è rimasto lo stesso. Ci sono nuove esperienze, qualche faccia nuova, parecchie storie inedite tutte da raccontare, ma la voglia di lavorare e di crescere insieme è sempre la stessa, così com’era in origine, vent’anni fa, quando Saidea nacque in un piccolo garage.

A fare la differenza, domani come in passato, sarà sempre il gruppo.