Strumento umile quanto antico, nella sua semplicità ha permesso di fare parecchio: a sottolinearlo ci sono interi manuali, a partire dal trattato ottocentesco intitolato “Nuova maniera di disegnare alla lavagna”, che definiva lo strumento come “uno dei mezzi più potenti per aiutare la parola a determinare le idee e fermarle in modo indelebile nella mente di una intera scolaresca”. Il messaggio era chiaro: utilizzando una lavagna d’ardesia è possibile raffigurare lo scibile umano.
Ma si era nell’Ottocento: all’appello mancava ancora, per dire, il telegrafo senza fili. Di cose ne sono cambiate tante, eppure in molti casi la lavagna continua a essere lì, come se il tempo si fosse cristallizzato. Senza rispolverare questioni legate alle polveri sottili rilasciate dal cassino (o cancellino o cimosa che dir si voglia) usato per cancellare il gesso, si può affermare che limitarsi alla tradizionale lastra d’ardesia equivale a tagliare la scuola al di fuori del mondo reale.